Novant'anni in prima linea - I ricordi di Cesare Maiocchi

Cesare Maiocchi, meglio conosciuto come “Cesarino”, nasce il 12 maggio 1920 in via Loreto Vittori, a Spoleto. Suo padre – Archimede – era un maniscalco, sua madre – Gina – una lavandaia. E proprio alla fonte Cesare ha trascorso i suoi primi anni della sua vita aiutando la mamma a stendere e a piegare i panni.

Poi, crescendo, lavorò come garzone nella bottega del signor Adriani, in miniera a Morgnano e come portalettere, cercando di aiutare sempre la sua famiglia numerosa (erano tredici fratelli).

Nel settembre del 1943, minacciato di morte per il suo essere “ribelle” nei confronti del Regime, lascia Spoleto insieme al compagno Sergio Medici e in treno arriva a Roma. Da lì i due iniziano una lunga marcia verso Napoli riuscendo a superare la linea Gustav. Una volta raggiunto il capoluogo partenopeo si uniscono all’Esercito di Liberazione Nazionale che era stato ricostituito nel Sud Italia. Torna a Spoleto soltanto sul finire del conflitto mondiale.

Nel Dopoguerra si spende per i diritti dei cittadini e dei lavoratori militando nel Partito comunista e nel sindacato. Pagherà di persona questo suo attivismo politico con il licenziamento e la perdita del posto di lavoro allo spolettificio.

Sin dai 17 anni coltiva la sua passione per il calcio fondando la storica ‘Stella Rossa’, società di cui sarà anche allenatore e dirigente.

Dagli anni Cinquanta, al calcio, alla politica, al sindacato, affianca anche la musica diventando uno dei componenti del complesso de ‘La Bufera’. Arricchendo così ulteriormente una vita vissuta coraggiosamente da protagonista in difesa dei propri ideali e nel rispetto degli altri.

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