L'ultimo capostazione della Spoleto-Norcia

Giuseppe Farinelli si può dire che sia nato con la Ferrovia Spoleto-Norcia, o per meglio dire, con la Società Subalpina che la gestiva. Infatti, il padre era il segretario prima di quella Società, poi della stessa Ferrovia. All’età di 17 anni, Giuseppe, fu bocciato alle magistrali e qui inizia la sua “fortuna” lavorativa. Il primo giorno delle vacanze estive, suo padre, per fargli capire cosa fosse la vita vera, lo portò con sé al lavoro e lo diede in mano all’officina della ferrovia con l’ordine tassativo di non badare al fatto che fosse suo figlio. Dall’officina, nelle settimane successive, si passò alla squadra rialzo e così via fino a quando non finì l’estate e si ritornò a scuola. Quell’estate, ricordata sempre con nostalgia, fu un duro ed utile apprendistato, esperienza che poi, finiti gli studi, gli sarebbe servita nel corso della sua carriera in ferrovia. In effetti i suoi vecchi “compagni” di lavoro sapevano perfettamente che Peppe, come affettuosamente lo chiamavano, conosceva alla perfezione tutte le varie fasi lavorative i problemi e le soluzioni grazie a quell’apprendistato adolescenziale. Apprendistato che gli permetteva di comandare senza ricorrere alla delazione e alla voce grossa. Ora, senza ripercorrere la carriera di Peppe, vorrei ricordare due episodi: il primo, durante l’occupazione tedesca… Insieme ad un suo zio, capostazione a Spoleto, da Castel San Felice, dove erano entrambi “sfollati”, arrivarono a piedi fino alla sottostazione di Piedipaterno per mettere in sicurezza un po’ di materiale prima che i tedeschi la facessero saltare in aria. Si erano portati, per ovviare a spiacevoli imprevisti, un berretto da ferroviere che nel tragitto di ritorno gli fu utile quando furono fermati da una pattuglia germanica. Il secondo, riguarda l’inaugurazione del Museo della Ferrovia… Al momento del taglio del nastro mio padre era scomparso e stava tranquillamente a discutere con il suo amico di gioventù l’ingegner Andrea Basler, figlio di uno dei progettisti della ferrovia. Oggetto della discussione era una lettera della scritta che campeggia sul muro del museo scheggiata. La discussione verteva su chi dei due fosse stato a causare il danno con una pallonata… Sembravano due ragazzini, perché solo i ragazzini prendono sul serio certi giochi!

 

Adriano Farinelli

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